Passione e bellezza per l’ultimo appuntamento di Sonika Poietika

La quarta edizione  del Sonika Poietica, per la direzione artistica di Maurizio Oriunno, completa il suo splendido ciclo, dopo il pienone di Eugenio Finardi, con il concerto della cantautrice bergamasca Cristina Donà il 29 agosto al Teatro Savoia.

L’artista porta in scena il suo recentissimo album “DeSidera” che ha scritto, prodotto e suonato col suo principale collaboratore dell’ultimo lustro, il multi strumentista Saverio Lanza.

Lanza suona chitarre varie, basso elettrico, tastiere, la pedaliera basso ed ha creato le sequenze al pc, le ritmiche elettroniche che accompagnano i brani e che lui stesso comanda dal vivo.

La serata inizia con due brani dal nuovo lavoro, con alcuni problemi ai cavi delle chitarre di Cristina ed ai suoi pedali, che prontamente lo stesso Lanza  provvede a sistemare. Cristina approfitta del breve momento di pausa per parlare della genesi del suo nuovo disco, soffermandosi sul gioco di parole del titolo: alludendo al desiderio come motore della vita e riferendosi alla negazione (“de”), riferita alle stelle (“Sidera”) e al periodo da considerare.

Da un mondo disco “Senza stelle” al terzo brano immediatamente il pubblico esplode, continuando con la hit  “Stelle Buone”, risalente oramai al 1997.  Lei suona e canta attraversando con i suoi album la sua carriera, affrontando brani con ritmica e chitarre distorte che  fanno la parte del leone, ma anche momenti molto più intimi ed acustici.

La Donà è padrona del palco e riempie la scena con l’aiuto di Lanza. Con padronanza sia vocale che strumentale, raggiunge vette di emozione ed esplora episodi della propria carriera.  La voce si staglia sulla musica e, a volte, ne resta anche scoperta e sola, con le ballate in cui la bellissima voce, con piglio particolarmente rock, si “accontenta” della sola chitarra acustica e di alcuni tappeti strumentali o di un basso a pedale.

Il flusso di brani si sussegue incessantemente e dopo quasi due ore, con il brano di denuncia alle guerre “Mangialuomo” e il medley che comprende tra l’altro brevi estratti da “Oceano di silenzio” di Franco Battiato e da “Across the Universe” dei Beatles, la serata sembra terminare.

Ma è la stessa Cristina Donà, in piena trance emotiva, che chiede al pubblico, preparato e completamente partecipe, quali brani ancora eseguire e così si finisce ancora con tre suoi classici, eseguiti con attitudine rock : “Settembre”, “Goccia” (in studio registrata con l’immenso Robert Wyatt, straordinario cantante e batterista dei Soft Machine) e “Invisibile”.

Oltre due ore di pura emozione e trascinante cantautorato rock in italiano. Questa è la musica che si dovrebbe proporre ai giovani, dove una melodia mai banale si associa a liriche che sfiorano la poesia, a volte la raggiungono, e trattano, mai in maniera retorica, temi sociali e personali.

La serata è appena finita, nella già fresca serata molisana sui passi lenti che ci conducono all’auto, continuiamo a canticchiare le melodie di Cristina Donà e sentiamo il cuore pieno di emozioni, contenti di aver partecipato a queste splendide serate, ma al contempo malinconici per dover aspettare un anno per la prossima edizione. 

Per noi appassionati di musica ci vorrebbero più festival come questi, dispiegati sull’intero territorio nazionale e distribuiti nel corso dei mesi.

Il merito va sicuramente al direttore artistico Maurizio Oriunno. Applausi!

Rino Pastore