Mario Biondi coinvolge con il suo soul

Il BCT Music Festival 2021, diretta da Antonio Frascadore, nell’ambito del programma della sua prima edizione, ha previsto concerti a Camposauro e Benevento, nell’ottica di rivalutare le bellezze del Parco Regionale del Taburno e storici siti come il Teatro Romano di Benevento. È proprio in questa ultima sede che si è tenuto, il 1 agosto, il concerto di Mario Biondi. Il cantante catanese dall’ugola profonda, ha acceso le antiche gradinate con la sua favolosa band e un trittico di canzoni molto ritmate, dominate dalla sua stupenda voce,  tratte dal suo ultimo album “Dare”.

Il suo stile si può definire Soul Music, con accenni di R’n’B di estrazione statunitense ma, nella realtà, diviene il genere che nella seconda metà degli anni settanta è stato poi definito  Discomusic.

I tempi e lo stile sono quelli derivanti dalla tradizione nero americana, ovviamente i suoi riferimenti, però, sono la black music, tra la Disco ed il Soul, classici della tradizione di colore, rivisitati con un accompagnamento ritmico molto accentuato, frastagliato da voci profonde e graffianti. Mario Biondi naviga in questo panorama e accompagnato da un sestetto di tutto rispetto (basso, batteria, pianoforte, chitarra e percussioni e un duo di fiati con sax e tromba) sciorina brani che attingono al suo repertorio, oramai di lungo corso, per poi pescare tra qualche classico (“Prendila Così” di Lucio Battisti,  unico esempio nella nostra lingua) sfruttando anche in qualche caso ritmi sudamericani ed influenze di vario genere.

Il cantante è in forma smagliante, aiutato da un numerosissimo pubblico, dalla location affascinante e dalla serata finalmente allietata da un venticello piacevolissimo,  ha voglia di raccontarsi e di interagire con i presenti: canta solo voce un classico napoletano e scherzando più volte, sfiora “l’incidente diplomatico” nella capitale dei Sanniti e del MoliSannio, quando definisce lucano Fred Bongusto, chiamato in causa per un suo brano in dialetto napoletano riproposto dal chitarrista, che gli ha anche dedicato un intero cd.

Dopo un’ora e mezza di concerto irrompe il brano più famoso del suo repertorio “This is what you are”, dove il cantante coinvolge tutto il pubblico nel famoso coro caratteristico di questa canzone.

Sarebbe l’inizio della fine del concerto ma i bis diventano un ulteriore poker di brani, il pubblico non vuole andare via e incita la band che, a sua volta, accoglie l’invito e si diverte a suonare più a lungo.

Quasi dispiace lasciare il teatro, mentre Mario Biondi si trattiene sul palco a salutare i fans, nel silenzio della sera resta ancora il sussurro della sua voce.

Rino Pastore